PIAGGIO VESPA

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anto.73
00mercoledì 7 maggio 2008 22:10
La Vespa è uno storico modello di motociclo della Piaggio, brevettato il 23 aprile del 1946, su progetto dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio. Il nome diventato famoso sembra sia nato dall'esclamazione del fondatore della Piaggio alla vista dei nuovi progetti; in effetti lo stile richiama alla memoria l'insetto omonimo con le antenne e il corpo tondeggiante.

STORIA
Forse la più grande innovazione di questo modello, che contribuì al suo successo planetario, fu la presenza di una carrozzeria che copriva integralmente il motore e le parti meccaniche principali, con i risultati di una protezione efficace dalle intemperie e del poter utilizzare finalmente la motocicletta con l'abbigliamento di tutti i giorni, sfatando la nomea della motocicletta che imbrattava il guidatore.

La prima Vespa aveva una cilindrata di 98 cc, motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete, potenza max 3,2 cavalli a 4500 giri che consentivano una velocità massima di 60 kmh e il superamento di pendenze del 20%. Costava all'epoca 90000 lire e si comprava a rate in una concessionaria Lancia: questo perché nel '46 non era stata ancora creata una rete di distribuzione Piaggio[citazione necessaria].

Il prezzo di 90000 lire, che oggi fa sorridere, equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato. Nonostante ciò, la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le vendite: la Vespa è stato il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia, prima ancora dell'avvento dell'altra grande protagonista, la Fiat 500.



Anche i modelli successivi avevano rigorosamente motori a 2 tempi, cioè funzionanti con miscela di benzina e olio (in una prima fase al 6% e al 5%, successivamente al 2%). Il telaio era in un unico pezzo con il motore appeso posteriormente nelle vicinanze della ruota, il serbatoio situato anch'esso posteriormente dal lato opposto del motore e, perlomeno in alcuni modelli, con la presenza anche della ruota di scorta. Il cambio a 3 o 4 marce era comandato rigorosamente dal manubrio tramite la rotazione della manopola in blocco unico con la leva di comando della frizione.

Con questo modello si inaugura la caratteristica della posizione di guida con le gambe non più separate dal serbatoio e appoggiate su una larga pedana posizionata dietro lo scudo di protezione, caratteristica precipua che si ritrova anche negli scooter odierni.

Per molti anni la Vespa è stata prodotta con varie motorizzazioni, dal 50 cc (per uso dai 14 anni senza patente e rigorosamente senza passeggero), alle 125 cc che potevano ospitare anche un passeggero (in particolare il modello Primavera) guidabili in Italia a partire dai 16 anni, fino ai modelli da 150 e 200 cc autorizzate anche al transito autostradale.

Nonostante lo scorrere degli anni, Vespa rimane uno degli esempi di design industriale più riuscito al mondo. La sua linea, pur variando nel particolare, rimane inconfondibile nell'insieme: qualsiasi sia il modello, qualsiasi sià l'anno di produzione, le sue caratteristiche fondamentali rimangono impresse a tal punto che l'oggetto Vespa è identificabile in modo univoco. Tanto è vero che come conseguenza di questo successo, la parola Vespa oramai sta ad indicare un genere di veicolo: lo scooter.

L' unico scooter "rivale" degno di nota, è stato la "Lambretta" della Innocenti, nata un anno dopo, ma nonostante abbia riscosso un grande successo, tanto da dividere gli scooteristi in due grandi famiglie, i Vespisti e i Lambrettisti, nel 1971 ha cessato la produzione in Italia, per poi trasferire gli impianti in India, dove è stata costruita ancora per alcuni anni.

Oggi assistiamo ad un' altra forma di "divisione interna", tra i sostenitori della Vespa Classica con cambio manuale e motore a due tempi, e chi si è adeguato al nuovo concetto di Vespa proposto dalla Piaggio senza cambio, indubbiamente più moderna, ma che poco ha in comune con il progetto originale e il fascino che l'ha resa un "mito" in tutto il mondo. La Vespa PX, ultimo modello a mantenere le impostazioni classiche con motore a 2 tempi, è uscita dai listini ufficiali Piaggio a gennaio 2008, chiudendo (forse definitivamente) l'era della Vespa "classica". Nel 2007 è nata la Vespa s, erede della Vespa 50 special, la linea è fresca, i motori sono 4 tempi monoalbero raffreddato ad aria, eroga 10 cv a 8.000 giri/min.



Dopo una fase di mancato rinnovamento dei modelli che causò anche l'interruzione della presenza della marca nel mercato degli USA, all'inizio del XXI secolo, la Piaggio ha presentato una nuova serie di Vespa, con nuove motorizzazioni a 4 tempi e cambio automatico, oltre che con un ammodernamento della linea pur cercando di mantenere dei punti di contatto con la progenitrice.

Durante gli anni ne sono state prodotte moltissime versioni ma il "mitico" mezzo della Piaggio resta nella storia soprattutto per essere stato il veicolo utilitario di molte famiglie italiane nel secondo dopoguerra, prima dell'avvento delle automobili, rappresentando, di fatto, il mezzo della prima motorizzazione "di massa" in Italia.

È anche uno dei mezzi a due ruote che per primi hanno consentito elaborazioni personali; famose le verniciature particolari, le selle personalizzate, l'aggiunta di cromature e tutto ciò che consentiva di poter avere un modello unico di cui dar sfoggio nei numerosissimi raduni dedicati in tutto il mondo a questa motocicletta. Tuttora esistono moltissimi fan club della Vespa anche al di fuori dei confini nazionali Italiani, così come è facile trovare moltissimi siti internet ad essa dedicati. Inoltre, come si può vedere dalle foto, vi sono state delle utilizzazioni poco ortodosse, per esempio l'aggiunta di sidecar o l'adattamento a un uso prettamente militare.

DETTAGLI DEI MODELLI DI VESPA

Vespa 150 VBA
Nel 1959, a seguito del rinnovamento della gamma, Piaggio mette in produzione la Vespa 150 VBA basato sul telaio di nuova concezione derivato dalla 125 del '58. Il modello VBA introduce una innovazione che diventerà il cavallo di battaglia della Vespa fino ai giorni nostri: il motore ad aspirazione a valvola rotante. Questo motore permette un funzionamento con miscela al 2% di olio, permettendo costi di funzionamento ancora più bassi e un funzionamento più regolare, oltre a ridurre le emissioni ed avere una notevole affidabilità. Con poche modifiche, è ancora in produzione e utilizzato sulla Vespa 125 e 151 PX. La Vespa VBA ebbe una notevole successo e gettò le basi per tutti i modelli 125 e 150 cc degli anni 60.

Vespa 160 GS
La Vespa 160GS, prodotta dal 1962 al 1964, è il modello sportivo che va a sostituire la 150 GS. All'epoca rappresenta il modello di Vespa con cilindrata più alta mai prodotta. Rispetto alla Vespa 150 GS gode di telaio e motore completamente nuovi, una inedita sospensione anteriore in cui l'ammortizzatore integra la molla (soluzione che verrà poi ripresa su tutti i modelli Small Frame e sulla serie PX), ruota di scorta integrata sotto la pancia sinistra, un inedito cassettino portaoggetti ricavato posteriormente. Quest'ultimo, è peculiarità esclusiva dei primi esemplari prodotti, oggigiorno identificati come "160 GS prima serie". Nella serie successiva verrà adottato, per la prima volta, il bauletto anteriore, fissato sul retro dello scudo. Rappresenta il meglio della produzione: è veloce ed elegante, raggiunge 103 km/h di velocità massima, grazie ad 8,9 cv di potenza massima.

Veniva prodotta in un'unica tinta grigio chiara e con sella abbinata. Verrà sostituita nel '64 dalla Vespa 180 SS.

Vespa 90SS
Vespa 90 SS dove SS sta per Super Sprint, è una versione prodotta dal 1966 al 1971 in circa 4.000 esemplari ed è stata l'icona dello scooter sportivo di un'intera generazione. Però si preferiva all'epoca la versione 50 (per la mancanza di patente) o la 125 (per la maggiore potenza). Fu perciò un fallimento in quanto pochissimi modelli furono venduti e tutt'oggi è una tra le Vespe più ricercate.

Caratteristico il manubrio sportivo, la ruota di scorta montata centralmente sul ponte e sovrastata da un finto serbatoio con sopra una specie di cuscino utile per raggiungere la posizione sdraiata da pista. Veniva prodotta per il mercato italiano in due colori, il rosso e il blu pavone, il primo in due tonalità, per i mercati esteri venne prodotta anche in livrea bianca.

Vespa Rally 200



La Vespa Rally 200, modello derivato dal 180 rally, è uno scooter studiato per gli spostamenti veloci. Fu il modello di Vespa più veloce e potente mai prodotto da casa Piaggio, prodotta dal 1972 al 1979 vantava una velocità di ben 116 km/h e ben 12 cv.

La linea della 200 (successiva al 180) era arricchita da strisce adesive di colore bianco sui cofani e sul parafango, che andavano ad indicare il pregio dell'elettronica (c'erano le scritte electronic) di cui era priva l'antenata 180.

È stato uno dei modelli ad essere dotato di accensione elettronica e come optional vantava il miscelatore automatico.

Vespa 125 ET3 Primavera
La Vespa 125 ET3 Primavera nasce nel 1976 affiancando un modello già in produzione, la Vespa 125 Primavera. Da questa la ET3 si differenzia da un punto di vista tecnico grazie ad una nuova accensione elettronica gestita da centralina Ducati, non più a puntine platinate. Questo, oltre a garantire una pronta accensione in ogni condizione, permette al motore di "girare" agli altri regimi con maggiore regolarità a tutto vantaggio delle prestazioni.

Altra novità è la presenza di tre travasi nel cilindro anziché due (ET3=Elettronica 3 Travasi) che danno alla Vespa ET3 più spunto e maggiore velocità di punta. Una nuova marmitta "a siluro" simile a quella già montata da Piaggio sulla 90SS, una sella più accogliente e gli adesivi laterali con la scritta "Electronic" completano la nascita di questo modello, tra i più amati grazie alle sue caratteristiche di agilità, potenza ed estetica riuscita. Resterà in produzione fino al 1982.

Vespa P125ETS
La Vespa P125ETS, prodotta dal 1984 al 1986, fu la Vespa "small-frame" più potente mai prodotta: si può dire che sia l'erede della famosa Primavera ET3. Le novità di questo modello furono molteplici, come ad esempio il freno anteriore a tamburo a doppia oliva, per una maggiore frenata, o il fanale anteriore di diametro maggiorato. Ma le novità più grosse riguardano il motore: cilindro in ghisa con fasi alzate, carburatore SHBC 20/20, marmitta ad alte prestazioni (ricorda molto la sigaretta del 90 ss), albero anticipato (in realtà, aprendo i carter motore si noterà che l'anticipo non è sull'albero motore ma sul carter stesso aprendo sensibilmente verso il basso il foro di immissione miscela) un accoppiamento conico albero/volano maggiorato, per aumentare sensibilmente l'affidabilità. L'unica Vespa 125 più potente e veloce fu solamente la Vespa T5. [SM=g27988] [SM=x1322619] [SM=x1322615]

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